Dio Esiste E Vive A Bruxelles [HD] (2015) 'LINK'
Perché, se le pedine principali della "azione" rocambolesca di Dio esiste e vive a Bruxelles sono i tre membri della bislacca triade divina, i veri protagonisti sono i sei neo-apostoli, ovvero un campionario simbolico ma evocativo di umanità. Sperduti nel mondo, soli, un po' patetici e fuori posto, i sei "magnifici perdenti", come li chiama il loro creatore (van Dormael, non il Dio infame e irresistibile di Benoît Poelvoorde) sono trasfigurati dal segreto della propria morte e dall'incontro con Ea in persone a contatto con la propria autentica essenza, perché non c'è più paura, non ci sono più scuse, c'è solo un ridicolo lasso di tempo che si consuma inesorabilmente e, inaspettatamente, la libertà di essere felici. La felicità ha l'aspetto bizzarro di un incontro in una sala di doppiaggio di film porno con la ragazza tedesca che ci ha trasformato in erotomani da piccoli, perché ricompone un conflitto insanato con il mistero di quella bellezza e di quello sguardo enigmatico. O nell'idillio con l'uomo che ti ha sparato nella protesi al braccio: lui non è più un assassino in potenza, e tu sei di nuovo completa. O in qualcosa di persino più normale, come un viaggio in barca in capo al mondo o una relazione amorosa con un gorilla, che ci può dare tutto il calore e l'attenzione che il nostro ricco e distratto marito ci nega.
Dio esiste e vive a Bruxelles [HD] (2015)
Ma a mostrare la ricchezza di questi sei improbabili apostoli è anche la musica. Uno dei poteri di Ea è infatti la capacità di ascoltare la musica dell'anima delle persone che incontra: e questo è il pretesto per selezionare, accanto agli ottimi brani composti da An Pierlé per il film, una piccola collezione di classici immortali che accompagnano le storie dei singoli personaggi e il cui effetto è sorprendente. Rievocando infatti le nostre personali, storiche associazioni con quei motivi celebri - per quanto ci riguarda, ad esempio, l'Aquarium dal Carnevale degli animali di Saint-Saëns ci riporta dritti al Festival di Cannes, ma siamo certi che tutti hanno emozioni e ricordi che riaffiorano ascoltando le note dolenti del quartetto schubertiano La morte e la fanciulla, o le liriche celeberrime di La mer di Charles Trenet - quelle melodie ci aprono uno scorcio inedito e affascinante sui reietti di Dio esiste e vive a Bruxelles ma soprattutto su tutte le persone che abbiamo giudicato superficialmente, sottovalutato, condannato. E questo è forse il messaggio più bello di un film che di cose importanti da dire ne ha molte, e lo sa fare divertendo. 041b061a72